La Patata IGP dell’Alto Viterbese in futuro coltivata senza l’uso di glifosato.

La Coop Centro Agricolo Alto Viterbese chiede ai propri soci di non usarlo.

 

Negli ultimi tempi il glifosato è stato oggetto di una accesa discussione, riportata su tutti i mass media.
Si tratta di un prodotto chimico largamente usato in agricoltura come diserbante delle piante infestanti.
C’è chi denuncia pesantemente e chi minimizza gli effetti dannosi per la salute umana di questo prodotto.

Nel 2015 l’organismo internazionale IARC (International Agency for Research on Cancer) ha classificato la sostanza e i fitofarmaci che la contengono come “probabile cancerogena per l’uomo” inserendola nella categoria 2A.
Studi in laboratorio hanno dimostrato che il glifosato induce nelle cellule danni a livello genetico e stress ossidativo.

La Cooperativa Centro Agricolo Alto Viterbese, da tempo sensibile ed attivamente impegnata nella difesa della salute dei consumatori e nella tutela dell’ambiente, in via precauzionale ha ritenuto di evitare l’uso del glifosato.
In una lettere spedita a tutti i soci, firmata dal tecnico agronomo Domenico Bordo e dal presidente della cooperativa Averino Sbarrini, si prescrive di non usare questo prodotto sui terreni coltivati a patata nella prossima campagna agraria 2020.

L’obiettivo è quello di gestire i terreni e le colture minimizzando gli impatti ambientali, riducendo al minimo l’uso di molecole chimiche critiche per l’ambiente, come fitofarmaci e concimi, per una produttività più attenta alla sostenibilità delle pratiche agricole.

La qualità della Patata dell’Alto Viterbese, già riconosciuta dal marchio IGP e già apprezzata dai consumatori per le sue caratteristiche organolettiche, si avvale così di una ulteriore garanzia.
La salute prima di tutto, per chi lavora e per chi consuma.
Anche così si fa e si vende un prodotto di qualità superiore.

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